Home page Contatti  5 x 1000  Diventa Socio Diventa Volontario Donazioni Ultime pubblicazioni

Pagina ufficiale Facebook di Don Pietro Cutuli


L'Associazione ¬
Associazione
Statuto
Soci
Volontari
Attività
Dicono di noi


La Diocesi ¬
Storia
Il Pastore
Uffici diocesani
Documenti


International view ¬
English
Español
Français
Deutch


Il Sito ¬
Indice nomi
Biblioteca
Cerca in biblioteca
Alla Mensa della Parola
Madonna a Medjugorje
Le 12 Promesse
La Sacra Bibbia


Varie ¬
News
Grafica Pastorale
Links
 
Produzioni associative
CD "Oblazione"
Libro Corona riparazione


Il respiro del Cuore ¬
Preghiere al Sacro Cuore
Rose a Maria
Pensieri di pace
Firma il Libro degli ospiti
Archivio "Fogli Raggi Sacro Cuore"


Conferenze
Giornata del Disabile

Documenti del Magistero
Documenti del Magistero

Materiale pastorale
Articoli
Catechesi
Meditazioni
Omelie
Preghiere
Rosario
Teologia

Rubriche
Cercatori di Dio nel mare della vita
Saggi di storia calabrese
Vivere insieme
[ENG] Medjugorje Messages given to Mirjana
[ENG] Monthly Medjugorje Messages
[ESP] Mensaje dado por la Virgen a través de Mirjana
[ESP] Mensual Mensajes de Medjugorje

Spiritualità
Faville della Lampada
Il Sacro Cuore e i Santi
Poesie
Raggi del Cuore di Gesù
Scintille del Sacro Cuore


Naviga
Lodi Vespri mp3
Vatican.va
Chiesa Cattolica Italiana
L’Osservatore Romano
Avvenire
misna - dalle missioni
Radio Maria
Asia News



ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI  

Data inserimento: 16/01/2005
ECCO L'AGNELLO DI DIO (II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A)



Vangelo (Gv 1, 29-34)
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”.
Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.
E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.

Direi che la luce dell'Epifania, che abbiamo appena celebrato, con¬tinua a irradiarsi in questa Domenica che inaugura il lungo ciclo delle celebrazioni liturgiche «durante l'anno». Difatti il breve brano del Van¬gelo di Giovanni ci riporta una preziosa testimonianza del Battista, che è una vera «manifestazione» sia della figura che della missione del Cri¬sto. Così come contiene una sua «manifestazione» la prima lettura, ri¬presa da Isaia: «Mio servo tu sei, Israele, nel quale manifesterò la mia glo¬ria» (49,3). Dobbiamo perciò avere la mente e il cuore «aperti» per ricevere que¬sta luminosa «manifestazione», che non vuol essere tanto una conoscenza in più del mistero di Cristo, quanto una nostra «immersione» e un nostro assorbimento in esso. Si tratta, in un certo senso, di far nostri i sentimenti espressi nel Salmo responsoriale e in cui la tradizione cristia¬na ha visto raffigurato Cristo stesso (cf Eb 10,5 7). In realtà, vedremo che il mistero del Cristo è soprattutto un mistero di obbedienza e di sacrificio, come un docile «agnello» che si offre per tut¬ti noi. Il richiamo all'«agnello» è esplicito nel brano del Vangelo odierno e mi sembra costituire il punto centrale di tutta la ricca testimonianza di Gio¬vanni Battista che, «vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo. Ecco colui del quale io dissi: Do¬po di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele"» (Gv 1,29 3 1). Anche il giorno successivo il Battista, che stava lungo il Giordano con due dei suoi discepoli, «fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l’Agnello di Dio"» (v. 36). Che questo simbolo «cristologico» sia particolarmente gradito al quar¬to Evangelista risulta anche dall'ampio uso che ne fa nell'Apocalisse: «Poi vidi ritto in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dai ve¬gliardi, un Agnello, come immolato ... » (Ap 5,6 14; cf 6,1 17, ecc.). Che cosa precisamente intendesse dire Giovanni con questa immagi¬ne, non è del tutto chiaro. C'è chi ci vede un riferimento all'agnello pasquale, mediante l'offerta del quale Israele intendeva non solo rievocare la sua antica liberazione ma anche riattualizzarla anno per anno (Es 12,1 28). Altri poi pensano al¬l'oblazione quotidiana, mattina e sera, di un agnello nel tempio (Es 29,38¬46). C'è, infine, chi ci vede un riferimento al «Servo» sofferente di Jahvè, di cui è detto che «maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì bocca; era co¬me un agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatoti, e non apri la sua bocca» (Is 53,7). Questo ravvicinamento al «Servo» di Jahvè sa¬rebbe anche facilitato se fosse vera, come noi riteniamo, l'ipotesi, avanzata da qualche studioso, di un doppio significato del termine aramaico talja: quello di «agnello» e di «servo» nello stesso tempo. Più che l'uno o l'altro di questi significati, però, c'è da pensare che l'E¬vangelista volesse richiamarli tutti e tre alla mente dei suoi lettori, perché in realtà Cristo è nello stesso tempo il «Servo sofferente» che, con la sua immolazione Il verbo qui adoperato («togliere», in greco hairein) ha, anch'esso, un significato polivalente: può voler dire «portare, prendere sulle proprie spalle» e anche «togliere di mezzo, levare». Più che scegliere fra l'uno e l'altro, per il gusto che gli studiosi hanno scoperto in Giovanni di condensare in un solo termine più significati, anche qui c'è da pensare che Gesù ha realizzato ambedue le cose: «pren¬dendo sulle sue spalle» i nostri peccati, li ha anche cancellati, li ha «tolti di mezzo», inaugurando così il tempo della «santità» vera e indicando ai' suoi discepoli lo stile della loro vita. Un passo della prima lettera di Gio¬vanni ci sembra che confermi questa interpretazione: «Voi sapete che egli è apparso per togliere i peccati e che in lui non c'è peccato. Chiunque rimane in lui non pecca; chiunque pecca non lo ha visto, né lo ha conosciuto» (35 6). Di nuovo, la coincidenza con il Servo di Jahvè è perfetta, perché pro¬prio di lui, che «come agnello viene condotto al macello», Isaia dice che «ha portato il peccato di molti e ha interceduto per i peccatori» (Is 53,12). Una missione di salvezza universale («il peccato del mondo») quella del Ser¬vo, che egli assolve nella umiltà, nella docilità, nella innocenza, dandosi gratuitamente per gli altri. Cristo però non ci ha salvati una volta per tutte: egli ha voluto rendere «attuale» in ogni momento della storia e per ogni uomo la sua salvezza. E’ quanto fa donandoci il suo Spirito, anzi «immergendoci» (questo vuol dire «battezzare») in lui, come testimonia ancora Giovanni Battista: «Ho visto lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. lo non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva det¬to: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e testimoniato che questi è il Figlio di Dio» (Gv 1,32 34). In queste parole c'è indubbiamente un riferimento al Battesimo isti¬tuito da Gesù e che supera quello di Giovanni, ma c'è soprattutto un ri¬mando a quella inondazione o «immersione» nello Spirito, che è il dono «permanente» che il Cristo risorto fa alla sua Chiesa, proprio secondo la te¬stimonianza del quarto Vangelo: «Chi ha sete venga a me e beva. Chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Queste co¬se egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato» (Gv 7,37 39). Era necessario, dunque, che l'Agnello fosse sgozzato perché «sgor¬gassero» e arrivassero a noi i doni della salvezza, e fra questi soprattutto il dono dello Spirito, che brucia e lava nello stesso tempo «il peccato del mondo». Non per nulla Giovanni, quasi al termine del suo Vangelo, ci ri¬corderà che a Cristo, già morto sulla croce, non furono «spezzate» le gambe, «ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua... Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso» (Gv 19,34.36). Questa ultima prescrizione riguardava appunto l'agnello pasquale (cf Es 12,46): per Giovanni, dunque, Cristo è «l'Agnello di Dio» che si im¬mola sulla Croce, liberando per sempre gli uomini dalla schiavitù del peccato con il dono permanente del suo Spirito, che è essenzialmente «Spirito di santificazione» (cf Rm 1,4). Certo, è una «cristologia» troppo alta, questa, per il Battista: Gio¬vanni gli ha imprestato la propria, aiutando così anche noi a penetrare più a fondo nel mistero del Cristo. In ogni modo, il Battista doveva essere almeno parzialmente avviato alla comprensione di questo mistero proprio dalla conoscenza dei famo¬si quattro canti del «Servo di Jahvè», a cui abbiamo fatto riferimento e di cui la Liturgia odierna ci fa leggere parte del secondo. E’ il Servo che parla e annuncia agli uomini la missione di salvezza, af¬fidatagli da Jahvè: «II Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno / per ricondurre a lui Giacobbe / e a lui riunire Israele .... / mi dis¬se: t troppo poco che tu sia mio servo / per restaurare le tribù di Giacobbe / e ri¬condurre i superstiti di Israele. /Io ti renderò luce delle nazioni, /perché porti la mia salvezza \fino alla estremità della terra» (Is 49,5 6). L'opera del Servo non si limita dunque a Israele, ma si estende a tut¬te le genti, «fino all'estremità della terra». Per quanto riguarda Israele, è evidente che il Profeta si riferisce al ri¬torno degli Ebrei, quelli ancora «superstiti» (v. 6), dalla schiavitù babi¬lonese e alla loro volontà di «restaurazione» sia della Città santa che del¬la nazione intera. Per quanto riguarda invece le «nazioni», la «salvezza» sarà soprattut¬to di carattere spirituale: come una grande «luce», che apporterà loro la conoscenza dell'unico vero Dio e del suo inviato, Cristo Signore. Così, in¬fatti, saluterà il vecchio Simeone quel piccolo fanciullo, che i genitori presentarono in quel giorno, come se fosse uno fra i tanti, al Tempio: «Luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele» (Lc 2,32). E di Cristo, luce e salvezza, hanno bisogno, oggi più che mai, tutti gli uomini, i vicini e i lontani, i credenti e i non credenti. Si pensi soltanto a certi problemi che gli uomini sembrano incapaci di risolvere e che riguardano la sopravvivenza stessa dell'umanità: l'uso di armi potenti e micidiali che potrebbero provocare in un istante la deso¬lazione di intere nazioni; la crescita demografica che in certe nazioni rischia di risucchiare tutte le loro risorse economiche e che non può esse¬re certamente frenata con metodi che offendono la dignità e la libertà dell'uomo; la violenza che insanguina le nostre città, diventate facile na¬scondiglio e vivaio, nello stesso tempo, di imprevedibili assassini, e che' tutte le misure di polizia non riescono né a prevenire né a reprimere; la disoccupazione che funesta un po' tutto il mondo e sembra collegata sia con vizi di struttura, sia con l'incapacità di controllare perfino i disuma¬nizzanti meccanismi di produzione che abbiamo messo in moto; la dif¬fusione preoccupante della droga, che fa strage soprattutto fra i giovani; 13 crisi di valori fondamentali, quali il rispetto della vita propria e altrui, lo spirito di sacrificio, la solidarietà soprattutto verso i deboli e i soffe¬renti, il senso della famiglia, ecc. E soltanto una scarna esemplificazione di difficoltà che attanagliano gli uomini di oggi e che essi non sanno, e forse non sapranno giammai ri¬solvere. E questo non tanto e solo perché sembrano sfidare e superare la nostra stessa intelligenza e la nostra abilità, ma soprattutto perché na¬scono dal «peccato» che è in noi, che oscura la limpidità del nostro ra¬gionamento e la sincerità del nostro cuore. Ecco perché solo Cristo può salvare il «mondo»: perché lui soltanto è capace di «togliere» dal cuore dell'uomo la radice di ogni male, cioè «il peccato». Si noti il singolare con l'articolo (he amartià: Gv 1,29): non è qualche peccato, ma la «peccaminosità» in quanto tale, che Cristo è ve¬nuto a «togliere» dal mondo facendosi «Agnello» sgozzato per tutti noi.



  Menu "Alla Mensa della Parola"



Giovanni Paolo II

"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù


Parole di Gesù Divina Misericordia a
Santa Faustina Kowalska
Durante la santa Messa, che celebrò Padre Andrasz, un momento prima dell'elevazione, la presenza di Dio penetrò nella mia anima e la mia anima venne attratta verso l'altare. Ad un tratto vidi la Madonna col Bambino Gesù. Il Bambino Gesù teneva la mano della Madonna. In un momento il Bambino Gesù corse gioiosamente nel mezzo dell'altare e la Madonna mi disse: “ Guarda con quanta tranquillità affido Gesù nelle sue mani così anche tu devi affidare la tua anima ed essere come una bambina di fronte a lui”. Dopo tali parole la mia anima fu ripiena di una misteriosa fiducia.
 


I Santi di oggi
25 aprile

San Marco Evangelista - Festa
San Giovanni Battista Piamarta Sacerdote e fondatore
Santa Franca di Piacenza Badessa
San Pasicrate e Valenzio Martiri di Durostoro
San Febadio di Agen Vescovo
Sant'Olivo Martire, venerato a Carpignano Sesia
Santo Stefano di Antiochia Vescovo e martire
gli altri santi ...





Ascolta Radio Maria


Copyright (c) 2002-2024 - Associazione Sacro Cuore di Gesù, Località 'Salvatore' nei Comuni di Gerocarne - Dasà (VV)
Tutti i contenuti del sito sono liberamente riproducibili a patto di citare la fonte: www.sacro-cuore.net
Home page - Contatta la nostra Associazione - 5 x 1000 - Diventa Socio
Diventa Volontario - Donazioni - Ultime pubblicazioni - Informativa cookies