Data pubblicazione: lunedì 3 maggio 2004
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MATERIALE PASTORALE - CATECHESI
Come conoscere il fanciullo
-Anche noi siamo stati fanciulli; certe cose le abbiamo provate, le ricordiamo benissimo. Ricordiamo ciò che ci spiaceva o annoiava. Star zitti, seduti, fermi per una mezz'ora era un tormento per noi,; tre minuti di preghiera, ci sembravano lunghi come mezz'ora; invece mezze giornate di gioco, in piazza, sulla strada, ci volavano via come minuti. Altrettanto succede ai fanciulli di oggi. La prima via alla conoscenza del fanciullo è chinarci su noi stessi, sul fanciullo di ieri, per capire il fanciullo di oggi. -La seconda via è costituita dai libri. Ci sono libri che studiano e descrivono il fanciullo: testi di psicologia, di pedagogia ecc. Sono stati scritti per lo più da gente che ha passato la vita in mezzo ai fanciulli. In essi il catechista può trovare molte cose che da solo non avrebbe mai trovate o che troverebbe dopo molto tempo. Ci sono altri libri che descrivono la fanciullezza dei santi o di grandi uomini. Anche la lettura di questi libri può riuscire molto utile al catechista. -La terza via, e la migliore, è il fanciullo stesso. Basta osservarlo. Le pose, i gesti, le parole, le azioni, i silenzi ostinati, i pianti dirotti, i giochi preferiti, i compagni frequentati son tutte cose che, osservate attentamente e ripensate con giudizio, devono guidarci a conoscere i gusti, le tendenze, i capricci, le buone qualità, il temperamento. I momenti migliori per l'osservazione sono quelli in cui il fanciullo non si sente osservato: nel gioco, per via, in una passeggiata, nei momenti di entusiasmo, di abbattimento ecc. -Occorre inoltre ascoltare il fanciullo. Parlando con noi, egli fa due cose: si manifesta e ci istruisce. Infatti noi abbiamo qualcosa da imparare dal fanciullo: il suo modo di esprimersi, le sue frasi semplici. Sono queste che poi dobbiamo adoperare, se vogliamo farci capire da lui e rendercelo attento. -Ma l'osservazione che facciamo sul fanciullo non è completa, se non si estende anche all'ambiente in cui egli vive: la famiglia, la contrada, la scuola. Il medico non guarda solo se i polmoni del cliente sono in buono stato: vuol sapere che aria respirano. Certi fanciulli sono dotati di buone qualità, ma in casa respirano un'aria viziata, corrotta per le bestemmie e i discorsi che sentono e i cattivi esempi che vedono. Il catechista deve tenerne conto e sapersi regolare. -Chi volesse proprio studiare a fondo un fanciullo dovrebbe ricordare la "piramide" di Nicola Pende. Bisogna esaminare ciascuna delle quattro facce e poi la base. Il fanciullo- ha detto Pende- è simile ad una piramide: possiede una base, che è il complesso di tendenze ereditate dai genitori, e quattro facce che sono: 1)la forma esterna (aspetto morfologico); 2)gli umori interni (aspetto endocrinologico); 3)l'aspetto morale; 4)l'aspetto intellettivo. Studiando quindi i genitori e la famiglia del fanciullo, se ne possono conoscere un pò le incliazioni; studiando il corpo se ne determina il temperamento; studiando l'anima si misura la forza delle sue facoltà spirituali. Ma pochi sono in grado di poter fare tutti questi studi, che diventano complicati quando si tratta degli aspetti morfologico e umorale e rivestirebbero un carattere troppo delicato, quando si volessero esplorare segreti di famiglia. Noi qui ci accontenteremo di pochissime nozioni facili e pretiche che si riferiscono particolarmente ad una delle tappe della vita del catechizzando: bambino (1-5 anni); fanciullo (6-10 anni); ragazzo (10-13anni); adolescente (13-15 anni); giovane. Qui parliamo soprattutto del "fanciullo".
Giovanni Paolo I, Papa
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