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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI  

Data inserimento: 01/12/2004
II DOMENICA DI AVVENTO A


Vangelo (Mt 3, 1-12)
In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”. Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico.
Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano.
Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente?
Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre.
Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.
Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco.
Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”.

Il Vangelo ci presenta il Precursore di Gesù: Giovanni detto il Battista, cioè il battezzatore. E’ il Precursore. Parola curiosa. Sappiamo che «cursore» è chi corre molto. C'è nel computer: quel quadratino nero che è in continuo movimento... E c'è anche nel calcio: chiamano cursore un atleta con quattro polmoni e fiato da vendere... La particella «pre-» significa davanti. Quindi pre-cursore: uno che corre innanzi. E annuncia! Nell'antichità, quando un imperatore stava per giungere in una località, inviava un messo ad avvertire; la gente gli correva incontro, e magari si affrettava ad aggiustare le strade e i ponti per spianargli l'arrivo. In questo senso Giovanni, e prima Isaia, sono stati precursori di Gesù. Giovanni, detto il battezzatore, era contemporaneo di Gesù: dal Vangelo di Luca sappiamo che era imparentato con lui, e aveva pochi mesi più di lui. E annunciava Gesù, rendendogli una piena testimonianza.
1. Testimoniava la sua grandezza: «Io non sono degno di portargli i sandali». Con questa iperbole indicava la differenza incolmabile dei due livelli: l'umano e il divino.
2. Più esplicitamente, Giovanni faceva riferimento diretto a Dio.
- Diceva: «Io battezzo in acqua» (un semplice simbolo di purificazione);
- e subito aggiungeva: «Colui che viene dopo di me [cioè Gesù], vi battezzerà in Spirito Santo». Cioè la sua opera avrà l'esplicito sigillo di Dio.
3. Inoltre, presentava Gesù come giudice degli uomini e dei popoli.
Lo ha indicato come giudice ricorrendo all'immagine del ventilabro. Chissà se in campagna lo si usa ancora. E’ una pala corta e larga, che serviva un tempo a separare il grano dalla pula. Col ventilabro, sull'aia, si lanciava in aria il grano, contro vento: i chicchi pesanti cadevano giù, la pula leggera era portata lontano dal vento. Gesù col ventilabro in mano aveva il compito di giudicare e separare: separava il buon grano, da ciò che non valeva niente e si buttava via, la pula. Così Giovanni preannunciava Gesù. Dunque, precursore. Tanti andavano ad ascoltarlo, andavano a farsi battezzare da lui sul fiume Giordano:
- gente di buona volontà, che si sentiva a disagio con Dio e avvertiva il bisogno di inaugurare un'esistenza più pulita,
- ma anche i farisei sovente pieni di superbia, che spadroneggiavano, e i pubblicani, che erano alleati con i romani, e contro il loro popolo. E il Battista li trattava con estrema durezza: li insultava, li chiamava «razza di vipere!».

In concreto, che cosa proponeva anche a loro? Il suo programma si riassumeva in una parola: convertitevi. Il verbo greco che ci ha consegnato Matteo nel Vangelo è metanoeìn, che significa: cambiare mentalità, cambiare modo di pensare. Segno che pensavano sbagliato. Eh, sì. Un grosso errore molto diffuso era questo: gli Israeliti si consideravano figli di Abramo (cioè suoi discendenti), e per ciò stesso si ritenevano già salvi. Consideravano il patriarca Abramo, uomo pieno di fede, amico di Dio, di sicuro accolto da Dio nel suo regno. Pensavano di conseguenza che anche loro, per il semplice fatto d'essere discendenti d'Abramo, erano salvi. E magari si ritenevano liberi da tanti impegni morali... Invece Giovanni Battista scardinava queste loro certezze. Li ammoniva: «Non dite fra voi: abbiamo Abramo per padre! Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre!». E imponeva loro: «Fate frutti degni di conversione». Come dire: se non cambiate mentalità, l'essere figli di Abramo non vi serve. Siete solo come la pula, che il vento disperde.
È un pericolo che corriamo anche noi, cristiani. Ci viene da dire: ma io sono cristiano! e intanto sono venti secoli che i cristiani si fanno guerra tra loro e fanno guerra agli altri. Il rischio è che il nome cristiano si riduca a un'etichetta, per di più falsa: come se su una bottiglia scrivessimo spumante, e dentro ci fosse il metanolo. Ecco dunque il programma che il Battista proponeva allora in favore di Gesù: diceva: «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri». Sembra un programma per i dipendenti Anas, che tengono in ordine le nostre strade. Ma è per tutti. Pensiamo quando in una città, in una nazione, arriva in visita il Papa, il Presidente della Repubblica. Come si sgobba per preparargli le strade. Per Gesù si tratta di altro genere di preparativi, interiori: non le cose, ma il cuore. È Dio che viene a noi nella persona del Figlio suo Gesù. L'iniziativa è sua, però non vuole fare tutto lui. Dio richiede la nostra collaborazione. Il Regno lo si costruisce tutti insieme. La Comunità, la parrocchia, la famiglia cristiana. Anzitutto - ci ricorda il Battista - Gesù attende da noi la nostra conversione. Oggi. La attende oggi, non chissà quando, o sul letto di morte. Sapete quel proverbio arguto, che dice: «Quando non si può più, si ritorna al buon Gesù». O questi altri, anch'essi ironici: «Il diavolo quando è vecchio si fa eremita», «Il lupo senza denti si fa monaco». Invece «Il cristiano è un uomo che deve convertirsi ogni giorno».







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"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
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Parole di Gesù Divina Misericordia a
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