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Data pubblicazione: lunedì 6 gennaio 2003
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RUBRICHE - CERCATORI DI DIO NEL MARE DELLA VITA
Omaggio a Don Francesco Mottola: Il Volo dell'Aquila
La luce del Sole inonda le verdi valli, i campi arati, i vicini villaggi. Anche i monti ora scintillano di luce riflessa in un arcobaleno di colori dalla abbondante rugiada mattutina. Al primo raggio di luce si desta l'aquila che ha il nido proprio sulla vetta più alta dove di notte il gelo è più intenso e di giorno il vento soffia più forte. Ma a l'aquila ciò non importa perché sa che da lassù è più facile dominare il territorio circostante e avvistare gli avvoltoi rapaci suoi nemici. Ella sente che è giunto il momento di spiccare il volo, l'ultimo volo verso il Sole. Ella sente di doversi ormai slanciare, dopo tanti tentativi falliti, alla sua conquista piena. L'aquila guarda giù le valli, i territori di caccia e sente un po' di amarezza nel petto poi alza il capo fiero e contempla il Sole: bello, splendente, maestoso, si! Ne vale proprio la pena: apre le grandi ali bianche, da una forte spinta sugli artigli e si slancia nel vuoto, ma subito è sostenuta dal vento e dopo qualche colpo potente di ali inizia a veleggiare roteando, fissando il Sole che l'attrae e lasciandosi trasportare dolcemente dalla forti correnti ascensionali. La luce e il calore si fanno sempre più intensi ma il Sole… il Sole… è troppo bello. Le piume si bruciano, gli occhi si accecano, il cuore batte forte, il respiro è affannato. L'aquila continua la sua corsa di morte, ma stupenda. Tutto il suo essere incomincia a bruciare e a consumarsi, già brilla di luce fin quando è tutto consumato e si trasforma nella luce stessa del Sole. Ora la grande aquila può essere presente dovunque è presente la luce del Sole e il Suo volo ora è perfetto. Quest'aquila è don Francesco Mottola.
Sac. Pietro Cutuli
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Non finisce con queste piccole imperfezioni, ti rivelo un segreto del Mio Cuore, quello che soffro da parte delle anime elette: l'ingratitudine per tante grazie è il nutrimento continuo per il Mio Cuore da parte delle anime elette. Il loro amore è tiepido, il Mio Cuore non può sopportarlo, queste anime Mi costringono a respingerle da Me. Altre non hanno fiducia nella Mia bontà e non vogliono mai gustare la dolce intimità nel proprio cuore, ma Mi cercano chissà dove, lontano, e non Mi trovano. Questa mancaaza di fiducia nella Mia bontà è quella che Mi ferisce maggionmente. Se la Mia morte non vi ha convinti del Mio amore, che cosa vi convincerà? Spesso un'anima Mi ferisce mortalmente e in tal caso nessuno Mi consola. Fanno uso delle Mie grazie per offenderMi. Ci sono delle anime che disprezzano le Mie grazie e tutte le dimostrazioni del Mio amore; non vogliono ascoltare i Miei richiami ma vanno nell'abisso infernale. La perdita di queste anime, Mi procura una tristezza mortale. In questo caso, benché sia Dio, non posso aiutare in nulla l'anima, poiché essa Mi disprezza; essendo libera Mi può disprezzare, oppure Mi può amare. Tu, dispensatrice della Mia Misericordia, parla a tutto il mondo della Mia bontà e così conforterai il Mio Cuore. Molte più cose ti dirò, quando parlerai con Me nel profondo del tuo cuore; lì nessuno può ostacolare la Mia azione, lì riposo come in un orto chiuso.
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