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Data pubblicazione: martedì 4 maggio 2004
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MATERIALE PASTORALE - CATECHESI
PREPARAZIONE ALLA LEZIONE
-E' necessaria. Non si fa una casa senza prima stabilire e disegnare quanto dev'essere garande, quante stanze, quante porte, quante finestre deve avere. Una lezione è una piccola casa; prima di costruirla bisogna pensarci su, vedere quanto deve durare, quante parti deve avere, quali ornamenti bisogna metterci dentro, quali frutti deve portare. Una lezione non preparata sarà una cosa confusa, noiosa, insipida, senza risultati. Solo la lezione preparata con amore e diligenza, con le sue parti chiare ed evidenti, con i suoi esempi, riesce bene. -Non basta dare un'occhiata al libro negli ultimi dieci minuti. Ci sono catechisti che cominciano il Lunedì a pensare al catechismo della domenica e passano tutta la settimana nell'attesa gioiosa della lezione, meditandone con amore il soggetto, riempiendosene la mente e il cuore. In questa maniera, oltre le idee chiare, portano alla lezione un anima che vibra e fa vibrare. Il minimo che ogni catechista deve fare è: a)trovare nel testo la lezione che tocca, studiarla in modo da saperla bene, ripassare la risposta a memoria; b)consultare la guida e qualche altro buon libro, sapendo scegkliere quello che piacerà e farà bene ai fanciulli, lasciando quello che non possono capire; c)stabilire quali esempi, quali paragoni raccontare, quali immagini e oggetti mostrare;d)fissare il compito e la buona opera da suggerire; e)prevedere le principali domande da rivolgere, tener in serbo qualche esempio in più per il caso che i fanciulli fossero stanchi o disattenti. -I fanciulli sono come gli uccellini: vogliono saltare di palo in frasca, cambiare. Sarà quindi bene cercare di avere per ogni lezione qualche cosa di nuovo, che faccia piacere. Non cominciar sempre alla stessa maniera, non far sempre le stesse domande. Almeno ogni tanto tenere una lezione brillante, e in ogni lezione avere almeno uno spunto felice, attraente. _E pregare. Far bene la lezione, anche se ci si è preparati con diligenza, è sempre una grazia del Signore, che bisogna umilmente implorare.
Giovanni Paolo I, Papa
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell'inferno. E un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio; la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro. Sarei morta alla vista di quelle orribIli torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è.
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