Data pubblicazione: giovedì 27 febbraio 2003
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RUBRICHE - VIVERE INSIEME
Esoterismo:Le catene dolci della non-cultura
Perché tanti giovani sono attratti dalla magia e dall’esoterismo? La risposta è banale e quanto mai scontata: perché sono soli. I programmi radio, tv, gli stessi quotidiani non rinunciano alla rubrica dell’oroscopo. Per qualcuno rappresenta anche l’alternativa valida alla prima pagina. Basta dare un’occhiata alle lettere che vengono pubblicate sulle riviste per adolescenti. In qualche caso rappresentano l’ascolto che genitori assenti e indifferenti non riescono a dare ai loro figli. Se poi vi capita di accendere la televisione e fare zapping su qualche tv privata vi accorgerete che i programmi di cartomanti vanno a go go. Sono seguiti e soprattutto sollecitano molte persone nel pensare che esista una magia buona, una sorta di alleata, per risolvere le mille difficoltà che si presentano nella vita di tutti i giorni. Ma come si presenta la vita di un giovane? Spensierata, ma anche dominata dalla solitudine, dall’assenza di dialogo in famiglia, dalle piccole e grandi difficoltà che si verificano nel mondo della scuola o nella frustrazione di aver studiato tanto e di non trovare lavoro. La solitudine è il primum movens verso la magia e la superstizione. Ci si attacca a tutto, come polipi allo scoglio, un amuleto, la lettura delle carte, il pendolino…Certi meccanismi sono così deleteri tanto da inaugurare un nuovo filone culturale: quello della non-cultura del non-impegno e del minimo sforzo per il massimo risultato. L’esoterismo contribuisce a creare una mentalità del non-fare, del non-agire, in attesa che qualche potere esterno risolva i propri problemi. Quanti giovani e anche adulti si sono rivolti ad un amuleto, a un portafortuna per affidare a qualche forza misteriosa il risultato di un compito in classe, di un esame all’università o un colloquio di lavoro? Sarebbe stato più opportuno prepararsi, studiare, impegnarsi mettendo a frutto le proprie potenzialità. Non esistono formule magiche per risolvere l’essere irresponsabili. Ci sono zone dove maghi e cartomanti hanno costruito delle vere e proprie fortune sulle spalle di una schiavitù vissuta in modo ingenua, che ha creato delle catene di dipendenza con gente truffaldina che, approfittando della debolezza altrui, inventa addirittura l’amuleto ricaricabile: ogni mese bisognerà tornare dal mago che ricaricherà di energia l’amuleto scarico. Un modo come un altro per creare un rapporto di dipendenza e costringere le persone a sborsare altro danaro.Come difendersi da Vanna Marchi, dal mago di Caserta, dai ciarlatani di paesi, dalle maghe di paese? Ascoltando! In questo la Chiesa ha avuto grandi meriti ma anche grandi responsabilità: molti sacerdoti hanno sottostimato il fenomeno e troppo indaffarati in mille cose non hanno saputo dare retta ai piccoli grandi drammi quotidiani. A dirlo è padre Gabriele Amorth, il più famoso esorcista d’Italia, che denuncia l’assenza dei vescovi e dei parroci che snobbano il fenomeno esoterico e magico come cosa medio-evo. Gli stessi, poi, sono pronti a lamentarsi dell’assenza di valori e riferimenti quando si arriva ai casi limiti dell’uccisione di una suora da parte di un gruppo di adolescenti, per sacrificare la sua anima. Questa non-cultura della vita spericolata è profondamente radicata nel mondo di oggi. Sempre più caratterizzata dai messaggi che diventano “massaggi” per la coscienza: tutto è lecito, tutto è possibile, tutto si può fare, purché lo si voglia. Si sta camminando al contrario, il male viene considerato bene e viceversa. Nel frattempo continuiamo a fare convegni parlando di giovani che in realtà non si conoscono, perché non si avvicinano, a parlare con registri linguistici a loro incomprensibili, a bearsi delle belle cose dette, senza arrivare a scelte concrete che contrastino efficacemente certe scuole della non-cultura e del non-impegno. Così, alcuni di quelli che insegnano religione nelle scuole, e dovrebbero dare risposte alle grandi domande di senso, preferiscono leggersi il giornale, (cos’ mi riferiva una alunna di un liceo calabrese). Pazienza, ci vuole pazienza… così dicono i vecchi bontemponi, che ti richiamano all’ordine con sguardo ormai troppo realista e concreto. Siccome sei giovane e quindi desideri tutto e subito, occorre mettere freni, magari facendo vedere agli astanti quanto sei stupido e tracotante. Meglio concedersi ad una buona cena e un cucchiaio di bicarbonato, per evitare di incontrare mostri notturni che ti guastano il sonno. Meglio dormire sperando di non svegliarci quando saremo ripiombati nella notte oscura, incapaci di dare risposte perché il contesto è cambiato e noi, poveretti ma con tanto studio alle spalle, non ci siamo accorti di niente. Prosit!
Don Salvatore Danilo DAlessandro
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