Data pubblicazione: martedì 21 maggio 2002
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MATERIALE PASTORALE - ARTICOLI
Carità: carne della nostra fede
…Carità.
Verso Dio e verso il prossimo.
È cosa facile amare Dio fantasticamente, ma amare il prossimo come noi stessi è cosa grave. Il Vangelo parla chiaro: non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi osserva la parola di Dio e la mette in pratica. I vecchi, i bambini minorati in cui splende un’anima immortale, siano pegno della nostra venerazione - quasi adorazione…(FL p. 293) Ho voluto iniziare questa testimonianza con le parole del servo di Dio Sac. Francesco Mottola Oblato del sacro Cuore, per ricordare a me stesso che la Carità non è qualcosa di evanescente come un fremito del cuore, che mi porta fin’anche alle lacrime, o un’idea su cui ragionare in modo dotto e sottile, scrivendo magari un’infinità di libri, o ancora un atto di adorazione intimistico, che ha un effetto consolatorio ma che non incide minimante sul mio modo di pensare e agire, o infine un prodotto da consumare, sia pure ben confezionato all’interno di un Sacramento che mi lascia però sempre più affamato e assetato di senso. La carità, mi ricorda il servo di Dio don Mottola, è un grave impegno spirituale ed esistenziale. L’uomo fatto di spirito, anima e corpo, secondo l’antropologia paolina, potrà entrare in Dio-Carità, solo se a sua volta si lascerà trasformare in Carità. La Carità, dunque è la carne della nostra fede, concretezza storica di un Dio che si fa Carne per assimilarci a se ed aprirci così le porte del Regno. Solo se la fede diventa concreta conduce alla salvezza, ossia se Cristo, Dio-Carità, rivive divinamente la nostra povera storia personale e comunitaria.
Alla luce di questo fondamentale insegnamento del Vangelo, che don Mottola ha vissuto integralmente, ho pensato che anche nella pastorale ordinaria delle parrocchie, la Carità deve essere il pane quotidiano e movendo i primi passi come un bambino, ho proposto alla Comunità Parrocchiale di San Nicola e san Michele in Dasà, che mi è stata affidata, di dare dei segni della concretezza vitale della nostra fede. Ho proposto così alle Confraternite del SS. Rosario, dove sono commissario, e di Maria SS. Immacolata, di comprare delle carrozzine per far vivere la gioia dell’incontro con il Signore risorto nella Santa Messa domenicale, ai disabili, agli infermi, agli anziani non più autosufficienti della nostra comunità. Iniziativa che le Confraternite hanno accolto prontamente, nello spirito di fondazione. In questo piccolo segno di fraternità cristiana mi hanno seguito dei volontari dell’U.N.I.T.A.L.S.I. ed altri volontari della parrocchia, coordinati dal Priore della Confraternita di Maria SS. Immacolata dott. Maurizio Scopacasa. Così da qualche mese tutte le domeniche Teresina, disabile fin dalla nascita ed impedita nei movimenti, ha provato la leggerezza di braccia e di gambe che la conducono in Chiesa, ad incontrarsi con il Signore che vive nella sua comunità, anche Giovanni, che abita in periferia e che in casa guardando la Santa Messa in televisione imitava i gesti del sacerdote, oggi può nutrirsi non di molliche, ma del Corpo di Cristo e Giuseppe un ragazzo disabile psicofisico la sera del 10 febbraio ha fatto la sua Prima comunione col Sangue di Cristo, perché non è riuscito ad ingoiare l’Ostia, e tanti altri, con un piccolo sforzo di Amore vero, hanno potuto godere momenti di fraternità, di gioia, e di salvezza.
Un altro piccolo segno che la nostra comunità da, non per vanagloria ma per condividere insieme i frutti di bene per l’edificazione vicendevole e per testimoniare l’amore a Cristo crocifisso nei sofferenti, , è l’incontro del martedì che Domenica, una ragazza che lavora in Parrocchia, e la signora Vincenza, insegnante di musica, tengono per i ragazzi down e disabili in genere. Tanta era la gioia di poter giocare e disegnare che questi ragazzi non volevano più andarsene: è la gioia di Gesù che fa gioire anche il nostro cuore. Ed infine vorrei parlare anche di Caterina una giovane non vedente che prima veniva raramente in Chiesa ed ora, sensibilizzando la famiglia, le domeniche e i giorni di festa è sempre presente e una volta al mese viene accompagnata da Angela a Mileto per gli incontri del M.A.C. ( Movimento Apostolico Ciechi), dove incontra altre persone con il suo problema e che la fanno sentire a suo agio e in amicizia.
Questi alcuni dei piccoli segni che ogni Parrocchia può dare perché tutta la comunità diventi fermento di Carità per dare carne alla nostra fede e sollievo a Cristo che ancora agonizza su tutte le croci del mondo.
Sac. Pietro Cutuli
Articolo apparso su Informa Caritas della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.
Sac. Pietro Cutuli
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