Data pubblicazione: giovedì 14 ottobre 2004
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RUBRICHE - SAGGI DI STORIA CALABRESE
La terra ballerina
I terremoti del ’600 nell’Alto Mesima
Il primo terremoto che colpì la Calabria nell’era cristiana, secondo gli scrittori latini Plinio, Solino e Tacito, fu avvertito anche nella vicina isola di Sicilia la notte tra il 24 ed il 25 marzo dell’anno 18. La violenza delle scosse provocò un profondo cambiamento del terreno ( 1). Nel secolo XVII furono indicati genericamente accaduti nella Calabria i terremoti dell’agosto 1601, del luglio 1609, alla fine di novembre 1614, del gennaio 1619, dell’agosto 1621 e dell’inizio di febbraio 1624 ( 2). Il veemente terremoto che il 20 luglio 1609 produsse rovine a Nicastro e sconquassò pure altre piccole terre fu avvertito anche a Messina dove non si lamentò alcun danno materiale ( 3). Si crede di poter identificare lo scuotimento registrato a Napoli verso la mezzanotte del 9 agosto 1621 con quello rovinoso accaduto quell’anno in Calabria, e del quale non furono indicati né il giorno e né il mese ( 4). Il terremoto del 3 marzo e del 15 aprile 1626 si vorrebbe avesse danneggiato il territorio intorno a Girifalco ( 5). Nella regione un altro non così forte si registrò il 27 marzo, la terra tremò tre volte tre giorni dopo, ed il 4 aprile seguì fortissimo per un’Ave Maria a Catanzaro ( 6). Senza data, è riportato che la scossa per quanto forte, essa non recò danni di rilievo al convento di San Domenico di Soriano allora in costruzione ( 7). Sulle convulsioni telluriche del pomeriggio del 27 marzo 1638 si scrisse e si continua a scrivere abbastanza, limitando la trattazione ai centri nei quali si lamentarono vittime. Non è comunque accettabile che i comprensori delle Serre e del Poro siano potute rimanere del tutto indenni dagli effetti di tanto flagello. L’esame delle isosismiche ricostruite agli inizi del ’900 dal Baratta e recentemente dal Kostner mostrano il territorio ricadente nell’area disastrosa le une, ed al limite tra l’ottavo ed il settimo grado della scala Mercalli le altre, e conseguentemente non esente da danni materiali ( 8). In tutta la Calabria durante l’anno 1640 si registrarono varie scosse. La più violenta fu quella che il 19 giugno distrusse Badolato, cittadina adagiata sulle pendici di una montagna del versante ionico calabrese. Secondo il Vivenzio non recò danni di rilievo in altri luoghi della regione ( 9). La terra tremò nella Calabria centrale intorno alla mezzanotte del 5 novembre 1659, provocando ovunque morti e distruzioni. Il territorio dell’Alto Mèsima fu tra i maggiormente colpiti, essendo compreso nell’area epicentrale individuata all’interno di un’estesa zona mesosismica (10). Nel mese di settembre 1687 la regione fu interessata da vari fremiti della terra: Il successivo 2 di ottobre fu gravemente colpita la città di Tropea posta sul litorale tirrenico (11). La convulsione tellurica avvertita nel 1691 in Dasà è documentata dalle spese occorse per l’esposizione del Santissimo Sacramento dopo esservi stata una scossa di terremoto, registrate nel conto presentato da Geronimo Ceniti, esattore delle tasse in quell’anno (12). Lo scuotimento dell’11 gennaio 1693 provocò gravi disastri in tutta la Sicilia orientale, e la città di Catania rimase completamente rasa al suolo. Il sisma, propagatosi con veemenza in Calabria, fece avvertire gli effetti fino alla terra di Otranto (13). Nelle rovine del monastero basiliano di Sant’Elìa nuovo e di San Filareto, danneggiato da quelle convulsioni, il successivo 17 gennaio fu ritrovato il corpo del santo anacoreta Filareto, nato in Sicilia l’anno 1020 e morto l’8 aprile 1070 in quel monastero costruito nelle campagne intorno a Seminara (14). Si svolse probabilmente mentre incalzavano i sussulti della terra la processione di penitenza guidata dai padri del convento di San Domenico per le vie di Monteleone (l’attuale Vibo Valentia) la sera del 15 febbraio 1693, quell’anno la seconda domenica di quaresima (15). Si ha notizia di un voto di ringraziamento alla Madonna per essere stata preservata dal pericolo la cittadina di Mormanno nell’alto Cosentino (16). Le scosse nella regione continuarono nel 1694, e come quelle dell’anno precedente non apportarono gravi danni. Non può essere stabilito se siano stati provocate nel 1693 oppure nel 1694 le riparazioni che il 30 giugno 1697 mastro Gregorio Rubino testimoniò di aver eseguito per causa del terremoto che successe nell’anni prossimi passati in Monteleone nel palazzo del dr Francesco De Cesare (17).
n o t e 1) M. BARATTA, I terremoti d’Italia, Torino 1901 rist. anast. Bologna 1979, p. 3. 2) M. BARATTA, I terremoti …, pp. 112, 114, 116, 117 e 118; G. FIORE, Della Ca- labria illustrata, vol. 1°, Napoli 1691 rist. anast. Bologna 1974, p.289. 3) M. BARATTA, I terremoti …, p. 114. 4) M. BARATTA, I terremoti …, p. 118. 5) M. BARATTA, I terremoti …, p. 120; A. BARILARO, San Domenico in Soriano, Chiaravalle Centrale 1982, p. 137; G. VIVENZIO, Istoria de’ tremuoti in generale ed in particolare di quelli della Calabria, e di Messina del 1783, Napoli 1783, p. 20. 6) G. FIORE, Della Calabria …, p. 289. 7) A. BARILARO, San Domenico …, p. 137. 8) M. BARATTA, I terremoti …, p. 131; F. KOSTENER, Rievocare una catastrofe per educare alla prevenzione, in ”Gazzetta del Sud” XLVII (1998), n. 85, p. 8. 9) G. VIVENZIO, Istoria …, p. 24. 10) M. BARATTA, I terremoti …, pp. 139-142. 11) M. BARATTA, I terremoti …, p. 152. 12) Archivio di Stato di Napoli, I conti delle Università (1691-’92), vol. 185, ff. 7, 13. 13) M. BARATTA, I terremoti …, p. 171; G. MERCALLI, I terremoti della Calabria … meridionale e del Messinese, Roma 1897, pp. 22-23. 14) Sezione di archivio di Stato di Palmi (RC), notaio M. Guardata j., istrumento 11/07/1694; D. COPPOLA, Il ritrovamento del corpo di S. Filareto juniore (Seminara 1693) e i miracoli che ne seguirono, in ”Calabria Turismo” IX (1976), p. 100; A. BASILE, Il monastero di Sant’Elia nuovo e di San Filarete presso Seminara, in ”ASCL” XIV (1945), n. 2, p. 147; R. LIBERTI, Fede e società nella diocesi di Oppido-Palmi (1°), Rosarno 1996, pp. 63-64; N. FERRANTE, Santi italogreci in Calabria, Reggio Calabria 1981, pp. 199 e 202; N. FERRANTE, Il monastero di S. Elianovo e Filareto di Seminara, in ”Historica” XXXII (1979), p. 198. 15) Archivio storico diocesano di Mileto (VV), cart. Monteleone-Processi civili; A. TRIPODI, Processione penitenziale in Monteleone alla fine del ’600, in ”Historica” LVI (2003), n. 4. 16) M. BARATTA, I terremoti …, p. 171. 17) Archivio di Stato di Vibo Valentia, notaio G. Tallaridi, istrumento 30/06/1697; G. MERCALLI, I terremoti …, p. 23; G. VALENTE, Storia della Calabria nell’età moderna (2°), Chiaravalle Centrale 1980, p. 109.
Antonio Tripodi, Diacono
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